Attivista a 5 Stelle: come si fa? (Parte terza)

Come di consueto eccomi qui a concludere questo “decalogo” con la terza e ultima parte che cercherà di spiegare, seppure in maniera parziale, cosa vuol dire attivarsi per la propria comunità attraverso la Rete, ossia l’anima del MoVimento.

A proposito di rete in quest’ultima parte inizieremo parlando proprio di questo.

  1. Cos’è la Rete? Se fate questa domanda a molte persone la maggior parte di esse vi risponderà “internet” senza esitare. Sbagliato! La Rete del MoVimento 5 Stelle è molto di più!
    Innanzi tutto fare Rete non significa chiudersi in casa davanti ad un computer e cliccare nervosamente su uno o l’altro link. Fare Rete significa frequentare gli altri attivisti, condividere informazioni e materiale, ragionare sui problemi concreti che si affrontano e instaurare contatti con chi ha le competenze necessarie a dare risposte efficaci.
    Significa inoltre stare a contatto coi cittadini, informarli, stare attenti ai problemi che ci circondano e invitarli ad attivarsi a loro volta.
    Questo non significa vivere in una campagna elettorale eterna, piuttosto voler raggiungere l’obiettivo di avere cittadini attenti e attivi piuttosto che elettori-tifosi passivi. Solitamente nessun attivista del MoVimento farà mai propaganda becera coi cittadini, piuttosto motiverà le proprie risposte, le posizioni del MoVimento e non mancherà di fare autocritica quando necessario.
    Quello da cui il MoVimento vuole discostarsi è proprio la propaganda vuota alla “Vota Antonio!” dove si promette tanto ma si mantiene poco. A proposito di vuota propaganda questo ci porta al punto successivo.
  2. Documentarsi prima di prendere posizione: quante volte abbiamo sentito una notizia interessante e poi, approfondendola, si è rivelata una grossissima bufala?
    Fare attivismo significa necessariamente occuparsi delle problematiche più disparate o aiutare i cittadini offrendo l’aiuto della Rete. Questo comporta il prendere posizione, confrontarsi e dialogare. Ma per fare questo è fondamentale documentarsi, verificare le notizie e sapere le motivazioni che hanno portato ad una scelta piuttosto che ad un’altra.
    Altrimenti l’attività svolta diventerà miope e inefficace.
  3. Accettare critiche e diversità di pensiero: come detto l’attività politica è confronto ed è dal confronto che nascono idee e soluzioni.
    Partendo da regole e fondamenti discussi e poi condivisi sulla quale basare la propria attività quest’ultima sarà necessariamente caratterizzata da un confronto continuo con altre persone, specie con chi non la pensa come noi.
    E’ proprio da questo che nascono le proposte e le iniziative più efficaci, il confronto è informazione e anche l’informazione aiuta i cittadini ad attivarsi.
    Spesso le divergenze erano più su ambiti concreti e operativi che ideologici, proprio per la natura del MoVimento. Mai mi è capitato di assistere a  discussioni ideologiche, addirittura mai mi è capitato di sentir parlare di ideologie. L’unica ideologia condivisa è l’Onestà, che andrà di moda, e che forma una base mai messa in discussione da nessuno.
  4. Ricordarsi che uno vale uno: questo è il bello del MoVimento.
    Quante volte accendendo la TV mi è capitato di vedere congressi e congressini fatti di pochi che parlavano (o litigavano) e tanti che ascoltavano o al massimo applaudivano dove la loro opinione non era richiesta e anzi considerata pure controproducente agli affari di quei pochi o di chi li sosteneva “da dietro le quinte”.
    Quando si va agli incontri del MoVimento non ci sono ruoli, gerarchie o altre imposizioni. Si fornisce il proprio nominativo all’ingresso, si da qualche euro per il pranzo (non prendere finanziamenti pubblici comporta anche questo, in altri – partiti – in omaggio c’è cappellino, bandiera, bus e panino col salame) e come prima cosa si vota il moderatore che porterà avanti l’ordine del giorno discusso in rete. Ebbene sì, si vota persino il moderatore!
    Poi, in base all’ordine del giorno chiunque può fare domande, commenti e osservazioni purchè inerenti e dentro i tempi. Normalmente se c’è qualche rappresentante del MoVimento nelle istituzioni lo si mette sotto torchio chiedendo lumi sul suo operato. E’ dovere dei cittadini fare questo.
    Ebbene sì, chiunque può fare domande scomode ad un suo rappresentante!
  5. Essere Cittadino: per concludere vorrei ricordare questo passo fondamentale. Voglio essere conciso per non inquinare una riflessione che spero si instauri in chiunque legga.
    Una persona che diventa un Cittadino Attivo senza avere ben chiaro cosa significa essere Cittadino, quali diritti e quali doveri comporta, quali concetti etici e morali racchiude tale termine, inizia un viaggio senza avere la bussola.

Claudio