Studio Polinomia: perché TEM e BreBeMi non sono le risposte giuste alle problematiche di traffico

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Quello che qui presenteremo è lo studio realizzato da Polinomia nel 2003 per conto dell’Associazione dei Comuni per la Mobilità Sostenibile. I files dello studio sono scaricabili in fondo all’articolo.

Questo articolo sarà solo il primo di una serie di analisi relative alla problematica TEM che porteranno il gruppo di Melzo a realizzare proposte di programma per le elezioni comunali del 2014. Per quanto riguarda la Regione Lombardia il materiale raccolto verrà puntualmente segnalato a Silvana Carcano che porterà le nostre analisi e richieste nelle varie commissioni.

Perché iniziare dallo studio Polinomia?

Come detto lo studio Polinomia è stato redatto nel 2003 per conto dell’Associazione dei Comuni per la Mobilità Sostenibile, noi vogliamo partire proprio da questo per avere una base scientifica e realistica circa le nostre opposizioni a questa infrastruttura mandata avanti a colpi di mano e con slogan vuoti e infondati.

A tal proposito non da ultimo proprio il neoeletto Maroni ancor prima del suo insediamento sullo scranno del Consiglio Regionale Lombardo ha definito le grandi opere come TEM, BreBeMi o Pedemontana strategiche, vedi L’Eco di Bergamo.
Le tempistiche con ha fatto queste dichiarazioni sono quantomeno sospette e forse rendono chiari gli interessi che ruotano attorno a questi progetti devastanti per il territorio.

Inoltre chiaramente ci siamo impegnati per venire in possesso di studi altrettanto validi che sostengano l’utilità dell’opera. Invano. Non esistono fonti che motivano l’opera da un punto di vista utilitaristico.

Cosa afferma lo studio Polinomia

Lo studio Polinomia consiste in un’analisi dettagliata dei flussi di traffico nel territorio centrale della Lombardia. I primi due capitoli analizzano dettagliatamente la situazione al 2003 individuando le criticità e i flussi di traffico. Criticità che sono ovviamente peggiorate ad oggi. I flussi di traffico sono fondamentalmente a breve-medio raggio e quindi non necessitano di grandi corridoi stradali.

Nell’area di interesse vivono circa un milione di persone di cui la gran parte soggetta a pendolarismo da e verso la città di Milano che è il grande nodo attrattore di traffico della regione.
Le rete viaria è caratterizzata da una struttura a raggiera con centro nella città di Milano, sia le autostrade che le vie ferrate hanno i loro nodi terminali al suo interno o in prossimità della città.
In tutto questo si ha un sovra utilizzo dei corridoi autostradali con criticità insostenibili nei raccordi tra tangenziale-est e A4 nelle vicinanze di Cascina Gobba e nel raccordo con la A1 nei pressi di San Donato.
Mentre se escludiamo la tratta Milano-Bergamo la rete ferroviaria risulta sotto utilizzata.

Il terzo capitolo invece riporta un “Quadro Diagnostico” specifico sulle problematiche e su come affrontarle.
Come detto i grandi corridoi non presentano un’attrattività saliente rispetto alla tipologia di traffico e risulta pertanto totalmente inadeguata l’adozione di pedaggi.

Analizzando i punti dove sorgono le criticità è chiaro come il congestionamento è dovuto non tanto ad una mancanza di corridoi stradali ma piuttosto nella totale inadeguatezza delle infrastrutture di deflusso quali svincoli o interconnessioni. Ad esempio si veda il nodo di Agrate dove i tragitti di interscambio tra le strade sono quantomeno contorti e inadatti al traffico pesante.

La costruzione di grandi corridoi viari comporta necessariamente molti problemi legati tra loro:
La costruzione di capannoni e insediamenti nei pressi delle strade: i comuni tendono a fare concessioni edilizie su terreni di elevato valore come quelli adiacenti a corridoi viari. Questo comporta, oltre ai problemi di consumo di suolo e di costruzione di ulteriori strade di servizio, soprattutto il secondo problema.
Il traffico indotto: il traffico indotto è una problematica studiata da lungo tempo nella comunità scientifica: Traffico Indotto – Wikipedia

TEM diventerà un triste esempio a livello mondiale di questa problematica. Ossia l’attrattività di un corridoio stradale tende a generare traffico ulteriore rispetto a quello presente precedentemente poiché come spiegato nel punto 1 viene favorito l’insediamento e la costruzione di edifici industriali.
La costruzione di insediamenti a ridosso delle strade infine comporta l’impossibilità di potenziare le stesse per problematiche di spazio e la creazione di numerosi accessi laterali a raso che comportano problematiche viabilistiche.

Una delle motivazioni addotte dai sostenitori di questa opera è che TEM servirà a mitigare il traffico sulla tangenziale est di Milano. Ciò non è affatto vero poiché il traffico a lunga percorrenza presente sulla tangenziale est è circa un decimo di quello presente.

Quello che si otterrà con TEM e le altre tangenziali è un secondo anello tangenziale che faciliterà l’espansione urbanistica incontrollata sotto l’egida della “Città Metropolitana” e renderà il territorio invivibile.
Ciò che però nessuno dice è che l’adeguamento infrastrutturale delle strade esistenti, soprattutto in termini di sicurezza, sarebbe stato sostenuto finanziariamente (e in futuro tratteremo anche questo aspetto) per la maggior parte dall’Unione Europea a cui diamo tanti soldi ma da cui ne riceviamo pochi proprio per la mentalità politica dei soliti.

Cosa fare?

E’ necessario quindi effettuare una riqualificazione delle strade esistenti (Cerca, Rivoltana, Cassanese), mediante allargamento ed eliminazione delle intersezioni a raso piuttosto che la costruzione di grandi corridoi poco utili al traffico locale. Questa iniziativa sulle strade Rivoltana e Cassanese vedrà luce nell’ambito dei lavori della BreBeMi seppur con pesantissime ricadute ambientali e sociali nei comuni di Pioltello e Segrate.
Fondamentale è anche il potenziamento del trasporto pubblico con la costruzione di corsie riservate agli autobus, il prolungamento delle linee metropolitane e il potenziamento dei passanti ferroviari. Queste opere erano inserite nell’Accordo di Programma del 2007 che ha messo d’accordo Provincia di Milano, Comuni e Regione Lombardia ma non verranno mai realizzati per mancanza di fondi.

Diventa quindi fondamentale impedire l’edificazione delle aree adiacenti all’infrastruttura che sorgerà. Abbiamo avuto un riscontro molto positivo dall’attuale Sindaco Prof. Perego a riguardo, ci batteremo affinché vengano fatti rispettare tali vincoli.
Inoltre è possibile ottenere il blocco dei lavori per quanto riguarda il “tratto sud” di TEM, ossia da Settala a Melegnano. Mentre, visto l’attuale avanzamento, sarà purtroppo inevitabile che il “tratto nord” comprendente l’arco TEM, da Settala-Liscate ad Agrate verrà realizzato.

Vi offriamo un documento riassuntivo maggiormente dettagliato rispetto a questo articolo.
E lo studio Polinomia completo in formato .zip.